Fobia sociale cos’è e come sconfiggerla

La fobia sociale è chiamata anche disturbo d’ansia sociale ed è un disturbo che fa parte dei disturbi d’ansia all’interno del DSM-5 (Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali). Altri disturbi d’ansia sono il disturbo di panico e il disturbo d’ansia generalizzata. L'ansia sociale è un disturbo caratterizzato da una paura molto intensa che riguarda una o più situazioni sociali ben definite in cui si teme di essere osservati e giudicati (come ad esempio parlare o mangiare in pubblico). Questo disturbo tende ad esordire normalmente in età adolescenziale o nella prima età adulta.

Psicologa e Psicoterapeuta Ribaldone AlicePsicologa e Psicoterapeuta Ribaldone Alice 27 Giugno 2021
Fobia sociale

Caratteristiche della fobia sociale

La caratteristica principale della fobia sociale è la forte ed intensa paura o ansia di trovarsi in situazioni sociali dove è possibile sentirsi osservati e giudicati in modo negativo. Questa paura genera delle forti reazioni emotive e la tendenza ad evitare luoghi e situazioni che potrebbero attivare i sintomi ansiosi. La conseguenza dell’ansia sociale è il rischio di ridurre sempre di più le attività, i luoghi e le situazioni di vita quotidiana: in questo modo si innesca un circolo vizioso che porta ad un peggioramento della sintomatologia ansiosa e fobica e a una importante riduzione della qualità di vita. La più frequente e diffusa fobia sociale specifica è il parlare in pubblico ma qualsiasi tipo di situazione sociale può diventare fobica.
Le persone che soffrono di fobia sociale hanno paura di mostrarsi particolarmente ansiose e che i segni dell’ansia diventino eccessivamente evidenti. Temono, infatti, di tremare, di balbettare, di sudare, di diventare rosse in volto o di restare in silenzio senza riuscire a parlare con gli altri. Le persone affette da questo disturbo spesso riconoscono la loro ansia e paura come irragionevoli ma non riescono a fare diversamente: per questo motivo possono autoaccusarsi e rimproverarsi per non riuscire a fare determinate cose che per altri risultano semplici.

Cause della fobia sociale

Le cause dell’ansia sociale non sono completamente chiare, spesso però riguardano comportamenti appresi in passato, di solito in età infantile o adolescenziale, come ad esempio avere sperimentato umiliazioni e sensazioni di vergogna legate a situazioni pubbliche oppure essere stati oggetto di aggressione o di critica. Anche i pensieri disfunzionali relativi a se stessi e agli altri possono essere causa della fobia sociale: le persone che soffrono di questo disturbo, infatti, tendono ad avere una bassa autostima, paura del giudizio e del rifiuto altrui.
In ogni caso, come succede per altri disturbi psicologici, le cause di questa particolare forma di ansia sono multifattoriali e comprendono fragilità temperamentale (le persone facilmente influenzabili dal giudizio altrui possono essere più vulnerabili all’insorgenza del disturbo), eventi di vita avversi, stress, e situazioni sociali che predispongono all’emergere di stati ansiosi. Per l’insorgenza di una fobia sociale ci deve quindi essere una predisposizione genetica ma anche un contesto ambientale favorevole in tal senso: individui molto predisposti possono non sviluppare il disturbo perché l’ambiente in cui vivono non ha creato le condizioni per l’insorgenza della fobia.

Comportamenti legati alla fobia sociale

I comportamenti conseguenti alla fobia sociale possono essere differenti perché differente è il modo in cui l’ansia può manifestarsi.
L’ansia può manifestarsi come:
L’ansia può manifestarsi come:

  • ansia anticipatoria, caratterizzata da uno stato ansioso permanente, che si manifesta prima di un evento sociale temuto e che dura per un lungo periodo di tempo;
  • ansia intensa e pervasiva, caratterizzata da uno stato ansioso più intenso ma meno duraturo, come ad esempio un attacco di panico legato ad una situazione sociale temuta.

Il comportamento di una persona che sperimenta ansia sociale consiste principalmente in una forte agitazione che emerge nelle situazioni dove sente di rischiare di essere giudicato da altre persone. Questa agitazione può manifestarsi prima dell’evento temuto (ansia anticipatoria) in un tempo che va da qualche ora prima di uscire di casa fino a settimane precedenti l’evento, fino a concretizzarsi nel momento preciso sotto forma di forte attacco d’ansia o, addirittura, attacco di panico.
Per evitare di sperimentare l’ansia la persona può cercare di evitare le situazioni temute: ciò può comportare conseguenze negative perché il rischio è la perdita di amicizie, occasioni scolastiche o lavorative. La persona può rinunciare anche a sport o hobby perché potrebbero essere fonte di disagio. Tende quindi ad isolarsi, a frequentare solo un gruppo ristretto di persone fino ad arrivare al non uscire di casa. Ovviamente non sono comportamenti che chi soffre di ansia sociale vorrebbe mettere in atto ma sono l’unico modo di difendersi dal grande disagio e malessere che proverebbe se si esponesse in pubblico. In conclusione, la qualità della vita della persona rischia di peggiorare e possono verificarsi episodi di rabbia e sentimenti di depressione.

Sintomi della fobia sociale

I tipici sintomi della fobia sociale sono un’intensa paura o ansia relative a una o più situazioni sociali nelle quali la persona si sente esposta alla critica e al giudizio degli altri. Chi soffre di questo disturbo teme di agire in modo tale da essere criticato o ha paura che anche la manifestazione della sua ansia verrà valutata negativamente. L’ansia e la paura sono, inoltre, sproporzionate rispetto alla reale minaccia legata alla situazione sociale.
La persona cercherà di mettere in atto condotte di evitamento della situazione ansiogena oppure le sopporterà con paura ed ansia marcate.
La paura, l’ansia o l’evitamento della situazione che genere ansia sono persistenti e durano tipicamente 6 mesi o più.

I segnali della presenza di una fobia sociale sono:

  • eccessiva riservatezza in pubblico
  • postura corporea rigida e difensiva
  • nella comunicazione voce bassa e tremante, difficoltà a mantenere il contatto visivo,
  • tendenza ad arrossire facilmente
  • argomenti di conversazioni banali
  • riluttanza a parlare di se stessi
  • fatica ad accettare complimenti
  • scelta di lavori meno a contatto con le persone e con assenza di apparizioni pubbliche
  • possibile tendenza all’assunzione di alcool o sostanze stupefacenti come tentativo di automedicazione

Dal punto di vista fisico, l’ansia sociale si può manifestare con palpitazioni, tremori, sudori, tensione muscolare, nausea, secchezza delle fauci, vampate di calore, arrossamenti, mal di testa.

Diagnosi di Disturbo d’ansia sociale

La diagnosi di disturbo d’ansia sociale, secondo il DSM-5, è possibile se la reazione fobica è presente da diverso tempo (almeno sei mesi) ed è intensa e sproporzionata. Inoltre, per essere diagnosticato, il disturbo deve provocare un forte disagio e una significativa compromissione del funzionamento della persona e della sua qualità di vita (ad esempio l’isolamento a causa dei comportamenti di evitamento), peggioramento che non è attribuibile all’assunzione di sostanze o a un’altra condizione medica.

Si possono distinguere due tipi di fobia sociale:

  • Fobia sociale semplice: l’ansia è sperimentata solo in una o poche situazioni (per esempio ci può essere il timore di parlare in pubblico ma non nessuna difficoltà nel partecipare ad una festa). In questo caso, se l’ansia sociale è limitata a un solo ambito, la persona non è a disagio in altre situazioni sociali nelle quali ad esempio non deve esporsi particolarmente.
  • Fobia sociale generalizzata: l’ansia pervade quasi tutte le situazioni sociali.

Per fare una corretta diagnosi è necessario distinguere il disturbo d’ansia sociale da altri disturbi con caratteristiche simili.
Ad esempio, si potrebbe confondere una fobia sociale con un carattere particolarmente timido: il comportamento di una persona può essere timido in modo marcato ma non per questo configurarsi come un disturbo. La timidezza, se in un grado contenuto, è considerata un costrutto positivo a livello sociale, mentre l’ansia sociale è un vero disturbo, cioè una condizione limitante e disadattiva per chi ne soffre.
Nel caso dell’agorafobia il timore è legato agli spazi fisici e non alle altre persone: chi soffre di questo disturbo teme di trovarsi in posti dai quali è difficile fuggire o trovare aiuto. Nella fobia sociale, invece, il timore è il giudizio altrui e quindi, al contrario dell’agorafobia, non ci sarebbe disagio a restare soli in un luogo lontani da altre persone.
Un altro disturbo d’ansia è il disturbo d’ansia generalizzata, dove lo stato ansioso è costante e, a differenza dell’ansia sociale, è presente anche in contesti non soggetti al giudizio altrui.
Il disturbo d’ansia sociale va distinto anche dal disturbo di panico. Chi soffre di fobia sociale potrebbe, infatti, sperimentare attacchi di panico, cioè crisi d’ansia molto intense che raggiungono il picco in breve tempo e sono accompagnate dal timore di impazzire, di perdere il controllo o di stare per morire. Tuttavia, a differenza del disturbo di panico, presente tra i disturbi d’ansia nel DSM-5, nella fobia sociale gli attacchi di panico non sono inaspettati ma sono sempre legati a situazioni sociali dove si teme il giudizio altrui.
La fobia sociale, se non viene trattata, tende a rimanere stabile e cronica, e spesso può dare luogo ad altri disturbi come la depressione.

Per un approfondimento sui diversi tipi di sintomatologia ansiosa e sulle tecniche di gestione dell’ansia leggi il nostro articolo -> https://www.studio-psyche.it/disturbi/ansia-e-fobie

Panico e attacchi di panico

Il disturbo di panico è caratterizzato da ripetuti attacchi di panico accompagnati dalla costante paura che possa ripetersi un attacco futuro (ansia anticipatoria) che li spinge ad evitare quei fattori o quelle situazioni che potrebbero favorire l’insorgere di un altro episodio.
L’attacco di panico, nello specifico, consiste in un fortissimo ed improvviso senso di paura, disagio ed ansia accompagnato da sintomi sia emotivi che fisici; generalmente ha una durata breve di alcuni secondi, ma si stima che abbia una durata media di circa mezz’ora e possa arrivare a durare anche qualche ora. Solitamente, tuttavia, i sintomi dell’attacco di panico raggiungono il loro picco in circa dieci minuti per poi svanire nel giro di qualche minuti.
È importante sottolineare che, nonostante venga descritto come un’esperienza decisamente terribile da chi lo ha vissuto, da un punto di vista medico non risulta essere pericoloso per l’individuo.
Un attacco di panico si manifesta, oltre che per la comparsa improvvisa di un forte senso di disagio, paura ed ansia, da:

  • sintomi cognitivi come la paura di perdere il controllo, la sensazione di irrealtà e la paura di morire;
  • sintomi fisici come sensazione di fastidio e/o dolore al petto, vampate di calore oppure brividi, tremori, aumento della sudorazione, dolore addominale e/o nausea, sensazione di soffocamento, fiato corto, aumento della frequenza cardiaca e palpitazioni, intorpidimento o formicolio, vertigini o svenimento.

I sintomi che accompagnano l’attacco di panico possono variare da soggetto a soggetto, anche in base alla gravità con cui si manifesta l’episodio.
Ci sono alcuni esercizi di respirazione che possono aiutare a superare un attacco di panico.

Terapia e psicoterapia per la fobia sociale

La terapia per la fobia sociale prevede un approccio combinato di psicoterapia e terapia farmacologica nelle situazioni più gravi, oppure la sola psicoterapia.
I farmaci, infatti, sono efficaci per estinguere i sintomi immediati (per esempio, prendendoli prima di fare un discorso in pubblico) ma, dato che i loro effetti sono limitati e il disturbo ritorna quando il loro effetto svanisce, la psicoterapia risultata efficace per affrontare adeguatamente il disturbo con risultati a lungo termine. La terapia farmacologica costituisce, quindi, un valido aiuto iniziale per placare sintomi maggiormente invalidanti e facilitare l’aderenza al percorso psicoterapico.

Per quel che riguarda la terapia farmacologica, in genere i farmaci maggiormente utilizzati nella cura della fobia sociale sono i farmaci antidepressivi; a differenza delle fobie specifiche, che traggono poco giovamento dai farmaci, infatti, l’utilizzo di psicofarmaci ha mostrato una buona efficacia nel trattamento dell’ansia sociale.
Per quel che riguarda le psicoterapie, le terapie cognitivo-comportamentali e quelle comportamentali hanno mostrato buoni risultati.
Terapeuta e paziente lavorano per far emergere processi e meccanismi disfunzionali che vengono messi in atto automaticamente: vengono individuate le varie situazioni sociali temute e i pensieri disfunzionali e pervasivi (“non piaccio a nessuno”, “sono una persona noiosa”, “gli altri non mi accetteranno mai”) e si cerca di modificarli con pensieri più realistici e funzionali; in seguito si concordano esposizioni graduali alle varie situazioni temute, affiancate da tecniche di rilassamento e apprendimento di abilità sociali.
Alcune delle strategie terapeutiche utilizzate dall’approccio cognitivo – comportamentale sono:

  • L’esposizione graduale e prolungata del paziente a contesti fobici temuti per produrre una graduale de-sensibilizzazione con riduzione dell’ansia.
  • La ristrutturazione cognitiva, attraverso il colloquio, le pratiche di mindfulness ed esercizi foglio-matita, per aiutare il paziente a diventare consapevole e successivamente a modificare i pensieri irrazionali che sostengono il disturbo.
  • Le pratiche di rilassamento e di meditazione (come l’attività di mindfulness) per modulare le proprie risposte emotive.

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